Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31255 del 29 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:31255PEN

Massima

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Il reato di calunnia non sussiste quando il denunciante, pur avendo erroneamente ritenuto di essere stato vittima di un'appropriazione indebita, abbia agito senza consapevolezza della falsità delle accuse rivolte all'altra parte, in presenza di elementi probatori che possano giustificare il suo convincimento, anche se successivamente non confermati. In tal caso, l'elemento psicologico del reato di calunnia difetta, essendo sufficiente la mera erronea convinzione del denunciante, senza che rilevi la successiva smentita delle sue affermazioni. Pertanto, la revisione della sentenza di condanna per calunnia può essere ammessa quando emergano nuovi elementi probatori, anche se già presenti nel precedente giudizio ma non adeguatamente valutati, idonei a dimostrare la buona fede del denunciante nell'aver ritenuto fondata la propria denuncia, escludendo così la consapevolezza della falsità delle accuse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

VA. Co. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza emessa, ai sensi dell'articolo 637 c.p.p., il 15/02/2006 dalla Corte di Appello di Perugia reiettiva di richiesta di revisione di condanna;

esaminati gli atti, il ricorso e il provvedimento impugnato;

udita in pubblica udienza la relazione del consigliere Dott. PAOLONI Giacomo;

udito il pubblico ministero in persona del sostituto Procuratore Generale Dott. DELEHAYE Enrico, che…

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