Cassazione penale Sez. III sentenza n. 24889 del 12 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:24889PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene può essere legittimamente disposto dal giudice quando sussistono gravi indizi di reato e il pericolo concreto e attuale che il bene possa essere disperso o alterato, al fine di assicurarne la disponibilità per le successive fasi del procedimento penale. Tuttavia, il venir meno dell'interesse del ricorrente alla definizione del procedimento, a seguito dell'intervenuto dissequestro del bene, determina l'inammissibilità del ricorso per cassazione proposto avverso l'ordinanza che ha respinto la richiesta di riesame del sequestro, in quanto è venuto meno l'interesse all'impugnazione. In tali ipotesi, non essendo l'inammissibilità imputabile al ricorrente, non si applica la condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente

Dott. SAVINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ORILIA Lorenzo - rel. Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 129/2013 TRIB. LIBERTA' di AVELLINO, del 27/11/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LORENZO ORILIA;

sentite le conclusioni del PG Dott. SPINACI Sante (inammissibile).

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza 27.11.2013 il Tribunale di Avellino ha respinto la richiesta di riesame proposta nell'interesse di (OMISSIS) contro il decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP ed avent…

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