Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel respingere il ricorso presentato dal signor Paolo Vagge contro l'ordinanza del Comune di Davagna che ingiungeva la demolizione o la rimessione in pristino stato di alcune opere edilizie realizzate in assenza di titolo abilitativo, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'amministrazione comunale è dotata di poteri officiosi di vigilanza e controllo sull'attività edilizia, che prescindono dalle segnalazioni di privati, e può pertanto contestare abusi edilizi anche in assenza di specifiche denunce. 2. La realizzazione di manufatti accessori di dimensioni non modeste, anche se addossati ad un immobile principale, non integra il requisito della pertinenzialità, che richiede la scarsa rilevanza volumetrica, e pertanto tali opere devono essere considerate abusive. 3. Gli interventi di modifica del territorio, anche se finalizzati a migliorarne la stabilità geologica, devono comunque rispettare i vincoli urbanistici, paesaggistici e ambientali esistenti sull'area, come il vincolo boschivo e il rischio sismico, non potendo essere giustificati sulla base di esigenze di carattere privato. 4. Il mero decorso del tempo tra la realizzazione delle opere abusive e l'adozione del provvedimento di demolizione non costituisce di per sé un elemento idoneo a escludere l'interesse pubblico alla rimessione in pristino, in quanto l'amministrazione non è tenuta a motivare in modo particolarmente approfondito tale interesse. In conclusione, il Tribunale ha ritenuto legittima l'ordinanza comunale di demolizione, in quanto le opere realizzate dal ricorrente, pur se finalizzate a migliorare le condizioni del fondo, risultavano abusive per difetto di titolo edilizio e in contrasto con i vincoli urbanistici e ambientali gravanti sull'area.