Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24281 del 5 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24281PEN

Massima

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Il delitto di minaccia grave è un reato di pericolo che non richiede la concreta intimidazione della persona offesa, ma solo la comprovata idoneità della condotta a suscitare in essa un turbamento psichico. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che la vittima abbia effettivamente temuto per la propria incolumità, essendo sufficiente che la minaccia sia stata oggettivamente idonea a provocare tale timore, valutata alla luce del contesto in cui è stata pronunciata e delle circostanze concrete del fatto, come l'aggressione fisica subita dalla vittima. Inoltre, la gravità della minaccia non dipende dalla reazione soggettiva della persona offesa, ma dalla sua idoneità a incutere timore, a prescindere dall'effettiva percezione della vittima, la quale potrebbe anche essere indifferente o abituata a subire minacce in ragione della propria attività professionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

Dott. CAPUTO Angel - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3298/2011 CORTE APPELLO di BARI, del 09/04/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/02/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione Dott. Delehaye Enrico, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza deli…

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