Cassazione penale Sez. II sentenza n. 25757 del 25 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:25757PEN

Massima

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Il tentativo di reato si configura quando l'agente compie atti idonei e diretti in modo non equivoco alla commissione di un delitto, anche se l'azione esecutiva non è ancora iniziata. Pertanto, anche un atto preparatorio può integrare gli estremi del tentativo, purché sia dotato di idoneità e univocità finalistica alla realizzazione del reato. Nel valutare la sussistenza del tentativo, il giudice deve verificare la capacità potenziale e la direzione univoca degli atti compiuti verso la consumazione del delitto, senza che sia necessario il compimento di atti esecutivi veri e propri. Inoltre, nel giudizio di comparazione tra circostanze attenuanti e aggravanti, il giudice gode di un ampio potere discrezionale, essendo sufficiente che egli indichi gli elementi ritenuti di prevalente significato senza dover analizzare tutte le circostanze prospettate dalla difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RIZZO Aldo Sebastiano - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. ZAPPIA Pietro - Consigliere

Dott. CURZIO Pietro - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

Sul ricorso proposto da:

SG. MA., N. IL (OMESSO);

S. S., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 24/11/2003 CORTE APPELLO di TORINO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. ZAPPIA PIETRO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. Consolo Santi, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. BOCCASS…

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