Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22836 del 23 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:22836PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La diffamazione sussiste quando l'imputato comunica a più persone affermazioni lesive della reputazione altrui, anche se non espressamente qualificate come false o diffamatorie, purché il loro contenuto sia tale da attribuire alla persona offesa un comportamento fraudolento o disonesto. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della rilevanza e attendibilità delle fonti di prova, senza che il giudice di legittimità possa sindacare tale apprezzamento, se non in presenza di palesi illogicità o contraddizioni nella motivazione. Il controllo di legittimità sulla motivazione non può risolversi in una nuova valutazione del materiale probatorio, ma deve limitarsi a verificare la correttezza giuridica e la coerenza logico-formale delle argomentazioni adottate dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MORELLI Francesca - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/10/2018 del Giudice di pace di Macerata;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Romano Michele;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Lori Perla, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo
l'accogliment…

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