Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33586 del 1 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:33586PEN

Massima

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Il falso in autocertificazione, anche se di modesta entità, integra il reato di truffa ai danni dello Stato quando la dichiarazione mendace sia diretta a conseguire indebitamente un beneficio pubblico, essendo irrilevante che l'ente erogatore abbia comunque proceduto all'accertamento della sussistenza dei requisiti richiesti. Infatti, la presentazione di una falsa dichiarazione sostitutiva di certificazione, anche se non accompagnata da artifici o raggiri, costituisce comunque un'indebita percezione di erogazioni pubbliche, in quanto la mera presentazione della dichiarazione mendace è sufficiente a indurre in errore l'ente erogatore e a determinare l'attribuzione del beneficio, in violazione del principio di leale collaborazione tra cittadino e pubblica amministrazione. Pertanto, il giudice deve valutare la condotta nel suo complesso, tenendo conto del contesto normativo e delle modalità di erogazione del beneficio, al fine di accertare se la falsa dichiarazione integri gli estremi della truffa o del reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, a prescindere dal superamento o meno della soglia quantitativa prevista per quest'ultimo reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica del Tribunale di Varese;

avverso la sentenza del G.U.P. presso il Tribunale di Varese, in data 11.7.2007;

nei confronti di:

De. Al. , nato a (OMESSO);

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. CERVADORO Mirella;

Letta la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. SELVAGGI Eugenio, il quale ha concluso chiedendo l'annullamento della sentenza.

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