Cassazione penale Sez. III sentenza n. 20266 del 21 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:20266PEN

Massima

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Il custode di un bene sottoposto a sequestro giudiziario, al fine di assicurarne l'identificazione e l'integrità materiale, è tenuto a vigilare sulla sua conservazione e a impedire qualsiasi modifica o alterazione, essendo la violazione di tale dovere di custodia penalmente rilevante ai sensi dell'art. 349 c.p. (violazione di sigilli). Tale obbligo di custodia non può essere eluso adducendo la mera estraneità materiale alle opere abusive realizzate, ovvero la sola finalità di impedirne l'uso commerciale, anziché la conservazione del bene. Pertanto, il custode che non impedisca la prosecuzione di lavori abusivi su un bene sottoposto a sequestro, pur essendo presente sul luogo e senza fornire prova di cause impeditive, risponde del reato di violazione di sigilli, non potendosi configurare la meno grave ipotesi di agevolazione colposa di cui all'art. 350 c.p. laddove emerga la sua effettiva volontà di consentire il proseguimento degli illeciti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. FIALE Aldo - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CI. Gu. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza 18.12.2006 della Corte di Appello di Roma;

Visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

Udita, in pubblica udienza, la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Dr. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

La Corte di Appello di Roma, con sentenza del 18.12.2006, in parzia…

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