La concessione di beni pubblici a soggetti privati, anche se finalizzata allo svolgimento di attività di interesse sociale e culturale, non comporta un diritto automatico al rinnovo della concessione scaduta. L'Amministrazione, nel valutare l'istanza di rinnovo, deve effettuare una nuova ponderazione degli interessi pubblici e privati in gioco, tenendo conto dell'esigenza di assicurare il corretto riordino e la razionale gestione del proprio patrimonio immobiliare, anche attraverso procedure di evidenza pubblica che garantiscano il rispetto dei principi di imparzialità e parità di trattamento. Il mancato rinnovo della concessione scaduta, motivato dalla necessità di procedere all'assegnazione del bene mediante selezione comparativa, non integra un provvedimento illegittimo, né viola i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, né lede il principio di sussidiarietà orizzontale, ove l'Amministrazione abbia comunque valutato la meritevolezza dell'attività svolta dal concessionario uscente e gli consenta di partecipare alla nuova procedura di assegnazione in condizioni di parità con gli altri aspiranti.