Cassazione penale Sez. I sentenza n. 33231 del 22 agosto 2007

ECLI:IT:CASS:2007:33231PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando la condotta dell'agente, pur non avendo cagionato l'evento morte per cause indipendenti dalla sua volontà, risulta idonea e univoca a realizzare l'intenzione omicidiaria, come desumibile dalle modalità dell'azione, quali l'utilizzo di un'arma da fuoco puntata verso una zona vitale del corpo della vittima a distanza ravvicinata. L'accertamento dell'elemento soggettivo del dolo non richiede la prova della certezza della morte, essendo sufficiente la dimostrazione che l'agente si sia rappresentato e abbia accettato il rischio, anche solo probabile, di cagionare l'evento letale. La circostanza che il colpo non abbia raggiunto la vittima, in quanto questa sia riuscita a sottrarsi, non esclude la configurabilità del tentativo, dovendo la idoneità dell'azione essere valutata ex ante e non ex post. Inoltre, il fatto che l'agente, dopo il primo colpo, non abbia esploso ulteriori colpi, non rileva ai fini della configurabilità della desistenza volontaria, trattandosi di condotta successiva alla consumazione del reato e quindi ininfluente sulla sua configurabilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOCALI Piero - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) NI. EN., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 30/10/2006 CORTE APPELLO di NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO ALDO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE E., che ha concluso per il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

1. Con sentenza in data 30 ottobre 2006 la Corte…

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