Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12927 del 5 aprile 2002

ECLI:IT:CASS:2002:12927PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna per il reato di minaccia, non può sindacare la valutazione del giudice di merito circa l'attendibilità della persona offesa e dei testimoni, né riesaminare il materiale probatorio, trattandosi di attività riservata al giudice di primo grado, il quale ha il compito di accertare i fatti e di apprezzare la credibilità delle fonti di prova. Pertanto, il ricorso è dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, in quanto il gravame si risolve in una mera richiesta di una nuova valutazione del quadro probatorio, preclusa al giudice di legittimità.

Sentenza completa

RITENUTO
- che l'imputato propone ricorso avverso sentenza che lo ha condannato a pena pecuniaria (L. 80.000 di multa) quale responsabile di minaccia nei confronti di un vicino (intimazione al medesimo di andarsene brandendo nei di lui confronti una sbarra di ferro);
- che il ricorrente denuncia l'immotivato credito assegnato dal giudice di merito alle dichiarazioni accusatorie della persona offesa e della consorte, contraddittorie, imprecise e smentite da opposte testimonianze, nonché, con motivo aggiunto, inosservanza ed erronea applicazione dell'art. 612 c.p., sul rilievo che la stessa persona offesa avrebbe escluso un'agitazione della sbarra di ferro in modo minaccioso ed avrebbe attribuito l'intimazione di allontanarsi al figlio dell'imputato;
- che, a fronte di sentenza che ha dato atto di un sufficiente riscontro alle dichiarazioni della persona offesa (testimonianza del coniuge della persona offesa e dello stesso figlio dell'imput…

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