La revoca di un'autorizzazione di polizia, quale la licenza per l'apertura di una sala giochi, può essere legittimamente disposta dalla Pubblica Amministrazione non solo nelle ipotesi tassativamente previste dal primo comma dell'art. 11 del T.U.L.P.S., ma anche quando sopraggiungono o vengono a risultare circostanze che avrebbero imposto o consentito il diniego della autorizzazione, ai sensi del terzo comma del medesimo articolo. Ciò in particolare quando emergano elementi che escludono in capo al titolare dell'autorizzazione il requisito della "buona condotta", quale presupposto per il rilascio della licenza. L'esercizio di tale potere di revoca, pur rientrando nell'ambito di discrezionalità della Pubblica Amministrazione, è comunque sindacabile in sede giurisdizionale con riferimento alla correttezza e ragionevolezza del relativo esercizio, avuto riguardo agli specifici elementi fattuali posti a fondamento del provvedimento. Pertanto, la revoca dell'autorizzazione può ritenersi legittima laddove risulti adeguatamente motivata sulla base di circostanze concrete, anche di natura penale o comunque attinenti alla condotta del titolare, tali da escludere in capo allo stesso il requisito della "buona condotta" richiesto per il rilascio della licenza, senza che assuma rilievo la mancata comunicazione dell'avvio del procedimento, qualora l'Amministrazione dimostri che il contenuto del provvedimento non avrebbe potuto essere diverso.