Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 20327 del 23 maggio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:20327PEN

Massima

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L'associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti di cui all'art. 74 d.P.R. n. 309/1990 può ritenersi integrata anche in assenza di una complessa ed articolata organizzazione, essendo sufficiente l'esistenza di strutture, anche semplici ed elementari, che forniscano un supporto stabile alle singole deliberazioni criminose e facciano sì che il sodalizio si protragga per un apprezzabile periodo di tempo. Rileva, pertanto, l'esistenza di una effettiva ripartizione di compiti fra gli associati in relazione al programmato assetto criminoso da realizzare, nonché l'accertamento di "facta concludentia" quali i contatti continui tra gli spacciatori, i frequenti viaggi per i rifornimenti della droga, le basi logistiche, i beni necessari per le operazioni delittuose, le forme organizzative utilizzate, sia di tipo gerarchico che mediante divisione dei compiti tra gli associati, la commissione di reati rientranti nel programma criminoso e le loro specifiche modalità esecutive. La prova del vincolo permanente, nascente dall'accordo associativo, può essere data anche mediante l'accertamento di tali "facta concludentia", senza che sia necessaria la dimostrazione di una complessa e articolata organizzazione. Ai fini dell'affermazione della responsabilità penale per il reato associativo, è sufficiente che il soggetto abbia consapevolmente e stabilmente contribuito alla realizzazione del programma criminoso, anche svolgendo un ruolo meramente operativo e non essenziale o infungibile. Nell'ipotesi di cui all'art. 73, comma 5, d.P.R. n. 309/1990 (lieve entità), la valutazione degli indici di lieve entità deve essere complessiva, senza che sia necessario che tutti gli elementi indicati dalla norma (mezzi, modalità e circostanze dell'azione, quantità e qualità delle sostanze) abbiano segno positivo. È possibile, infatti, che tra tali indici si instaurino rapporti di compensazione o neutralizzazione idonei a consentire un giudizio unitario sulla concreta offensività del fatto anche quando le circostanze che lo caratterizzano risultano prima facie contraddittorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta da:

Dott. CIAMPI Francesco Maria - Presidente

Dott. VIGNALE Lucia - Relatore

Dott. RANALDI Alessandro - Consigliere

Dott. MICCICHÈ Loredana - Consigliere

Dott. ANTEZZA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
Lo.Mo. nato a C il (Omissis)
An.Be. nato a G il (Omissis)
avverso la sentenza del 05/07/2023 della CORTE APPELLO di POTENZA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere LUCIA VIGNALE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore MARILIA DI NARDO, che ha concluso chiedendo il rigetto di entrambi i ricorsi
uditi i difensori presenti:
per Lo.Mo., avvocato AN.DI. del foro di MATERA, presente anche in sostituzione dell'avvocato SA.MA., che ha illustrato i motivi di ricorso e ne h…

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