Gli enti previdenziali privatizzati, quali la Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei Ragionieri e Periti Commerciali, non possono adottare atti o provvedimenti che impongano una trattenuta a titolo di "contributo di solidarietà" sui trattamenti pensionistici già determinati in base ai criteri ad essi applicabili, in quanto tali atti sono incompatibili con il rispetto del principio del pro rata e danno luogo a un prelievo inquadrabile nel genus delle prestazioni patrimoniali ex art. 23 Cost., la cui imposizione è riservata al legislatore. La prescrizione del diritto alla restituzione delle somme indebitamente trattenute a tale titolo è soggetta al termine ordinario decennale di cui all'art. 2946 c.c., e non al termine quinquennale previsto dall'art. 2948 n. 4 c.c., in quanto trattasi di credito non liquido ed esigibile, non essendo stato posto a disposizione del pensionato l'importo integrale della pensione spettante senza l'applicazione del contributo di solidarietà contestato. L'art. 47-bis del D.P.R. n. 639 del 1970, che prevede la prescrizione quinquennale per i ratei arretrati di trattamenti pensionistici, non è applicabile alla fattispecie, in quanto norma riferita esclusivamente alle prestazioni erogate dall'INPS. Pertanto, il pensionato ha diritto alla restituzione delle somme indebitamente trattenute a titolo di contributo di solidarietà nel limite della prescrizione decennale, con decorrenza degli interessi dalla data di ciascuna trattenuta.