Il provvedimento di confisca dei beni, adottato nell'ambito di un procedimento di prevenzione, è suscettibile di revoca solo in presenza di elementi di novità probatoria idonei a determinare una modifica radicale del compendio processuale che aveva legittimato l'originaria ablazione. La mera rivalutazione di elementi già considerati nel procedimento presupposto, anche se finalizzata a dimostrare la legittima provenienza dei beni confiscati da risorse finanziarie accumulate mediante condotte di evasione fiscale, non costituisce prova nuova rilevante ai fini della revoca. Ciò in quanto la sproporzione tra i beni posseduti e le attività economiche del familiare o del terzo intestatario fittiziamente del bene non può essere giustificata adducendo proventi da evasione fiscale, poiché altrimenti si renderebbero inoperanti le presunzioni di interposizione fondate sulla comunanza di interessi patrimoniali e di redditi nell'ambito dell'unità familiare in cui si colloca la persona socialmente pericolosa. Il provvedimento di confisca è suscettibile di revoca solo quando sia affetto da invalidità genetica e debba essere rimosso per rendere effettivo il diritto costituzionalmente garantito alla riparazione dell'errore giudiziario, senza che osti l'eventuale irreversibilità dell'ablazione, che non esclude la possibilità della restituzione del bene confiscato all'avente diritto o forme comunque riparatorie della perdita patrimoniale ingiustamente subita.