Cassazione penale Sez. I sentenza n. 4086 del 25 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:4086PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuazione tra più reati non può essere riconosciuta sulla sola base dell'identità delle norme di legge violate o della sussistenza di un generico comportamento delinquenziale dell'autore, essendo necessario che emerga con sufficiente chiarezza l'esistenza di un medesimo disegno criminoso, caratterizzato da una pluralità di condotte collegate da un nesso di strumentalità e di complementarietà finalizzate alla realizzazione di un programma delittuoso unitario. Il giudice di merito gode di un ampio potere discrezionale nell'apprezzamento degli elementi fattuali rilevanti ai fini della sussistenza della continuazione, il cui sindacato in sede di legittimità è limitato alla verifica della logicità e della congruità della motivazione, senza possibilità di una rivalutazione diretta degli elementi probatori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 125/2011 CORTE APPELLO di CATANIA, del 14/02/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE LOCATELLI;

lette le conclusioni del PG Dott. Galasso Aurelio, che ha chiesto l'annullamento con rinvio.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza del 14.2.2012 la Corte di appello di Catania, in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettava la richiesta presentata da (OMISSIS) di applicazione …

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