Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23367 del 25 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:23367PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura ogni qualvolta l'azione minatoria o violenta si risolva nella costrizione della vittima attraverso l'annichilimento delle sue capacità volitive, trasformandola in un mediatore non reattivo governato dall'autore, indipendentemente dal fatto che la condotta sia finalizzata al soddisfacimento di un preteso diritto. Al contrario, il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni si configura in presenza di un diritto azionabile nelle sedi giudiziarie, che venga soddisfatto attraverso attività violente o minacciose aventi un epilogo persuasivo e non costrittivo. La diagnosi differenziale tra le due fattispecie deve essere effettuata valutando in concreto l'effetto prodotto dalla condotta sulla vittima, tenendo conto che l'estorsione tutela la persona anche nella sua dimensione patrimoniale, mentre l'esercizio arbitrario delle proprie ragioni mira a preservare il monopolio statale nella risoluzione delle controversie. Pertanto, il concorso di persone nel reato di estorsione è configurabile anche quando il titolare del preteso diritto deleghi a terzi l'esazione del credito mediante azioni violente o minacciose, in quanto tali condotte, essendo idonee a coartare la volontà della vittima, rientrano nell'ambito applicativo dell'art. 629 c.p. e non in quello dell'art. 393 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. BORSELLINO Maria Daniela - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/12/2016 della CORTE APPELLO di CATANIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. SANDRA RECCHIONE;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. TOCCI STEFANO che ha concluso per l'inammissibilita' …

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