Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 44053 del 22 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:44053PEN

Massima

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La destinazione della sostanza stupefacente al consumo personale dell'imputato, se non contraddetta da elementi probatori concreti e sufficienti, esclude la configurabilità del reato di detenzione a fini di spaccio, in quanto l'onere di provare la finalità di cessione o vendita della droga incombe sulla pubblica accusa e non può essere surrogato dalla mera quantità detenuta, che non determina alcuna inversione dell'onere della prova a carico dell'imputato né introduce una presunzione relativa di destinazione della sostanza a scopi diversi dal consumo personale. Pertanto, in assenza di elementi indiziari idonei a vanificare la tesi difensiva dell'uso personale della droga, la detenzione di modiche quantità di stupefacente, anche se superiori ai limiti tabellari, non integra il reato di spaccio, dovendo il giudice valutare contestualmente tutte le circostanze dell'azione che possano escludere in modo logicamente coerente un uso non strettamente personale della sostanza. Né assume rilievo, ai fini della configurabilità del reato, l'eventuale stato di tossicodipendenza dell'imputato, atteso che tale condizione non costituisce causa di non punibilità, ma è la pubblica accusa a dover fornire la prova della destinazione della droga a scopi diversi dal consumo personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 27/02/2014 della Corte di Appello di Catania;

esaminati gli atti, il ricorso e l'ordinanza impugnata;

udita in camera di consiglio la relazione del consigliere Giacomo Paoloni;

udito il pubblico ministero in persona del sostituto Procuratore generale dott. D'AMBROSIO Vito che ha concluso per l'annullamento con rinvio sulla pena e il rigetto nel resto;

udito per il ricorrente l'avv. …

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