Il reato di uccisione di animali con crudeltà e senza necessità (art. 544-bis c.p.) si configura quando l'uccisione di animali, anche in assenza di patologie organiche, avviene con modalità crudeli e in assenza di giustificata necessità, come dimostrato da elementi indiziari quali l'indicazione di cause non riconducibili a legittime ipotesi di soppressione sui cartellini identificativi, l'assenza di patologie negli animali soppressi e il mancato rispetto degli obblighi certificativi. La responsabilità penale può essere affermata anche sulla base di una condotta concorsuale, quando gli imputati abbiano condiviso il movente e partecipato alle azioni ed omissioni ascrivibili ad altri. Il reato di esercizio abusivo della professione veterinaria (art. 348 c.p.) si configura anche con il compimento di un solo atto tipico della professione, senza necessità di dimostrare la continuità, professionalità e onerosità della condotta. Il diniego delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato facendo riferimento ai criteri di cui all'art. 133 c.p., senza dover esaminare tutti gli elementi prospettati dall'imputato.