Il proprietario di un immobile è tenuto a ottemperare tempestivamente alle ordinanze sindacali che gli impongono di provvedere alla bonifica dello stesso, non potendo invocare la mera ipotesi che il bene non gli appartenga senza fornire adeguata prova documentale in tal senso. Il mancato adempimento dell'ordinanza entro il termine stabilito integra il reato di cui all'art. 650 c.p., non essendo sufficiente la mera contestazione della proprietà in sede di giudizio, atteso che grava sul proprietario l'onere di dimostrare l'appartenenza del bene ad altri soggetti. Inoltre, qualora ritenga di non essere il destinatario dell'ordinanza, il proprietario ha l'onere di impugnarla tempestivamente nelle sedi competenti, non potendo semplicemente ignorarne il contenuto. Il giudice di merito, nel valutare la responsabilità del proprietario, non è tenuto a disporre l'escussione di eventuali testimoni citati dalla parte, quando gli elementi probatori già acquisiti risultino sufficienti a fondare la decisione. In sede di legittimità, la Corte di Cassazione non può riesaminare il merito della vicenda, limitandosi a verificare la compatibilità della motivazione della sentenza impugnata con il senso comune e i limiti di una plausibile opinabilità di apprezzamento.