Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20176 del 16 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:20176PEN

Massima

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Il possesso o la detenzione di un bene di provenienza furtiva, anche se non immediatamente riconducibile all'autore del furto, integra il reato di ricettazione, a prescindere dal momento esatto in cui il soggetto sia entrato in possesso del bene, purché sia provata la sua consapevolezza della illecita provenienza. Il giudice di merito, nel valutare la prova della condotta illecita, può fondare il proprio convincimento sulle convergenti dichiarazioni testimoniali, senza essere tenuto a rispondere a tutte le deduzioni difensive che risultino incompatibili con la decisione adottata, purché la motivazione sia adeguata e non presenti vizi logici o giuridici. La determinazione della pena, nel rispetto dei criteri di cui all'art. 133 c.p., rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o sproporzionata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 9 gennaio 2014 della Corte d'Appello di Cagliari, Sez. distaccata di Sassari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. DE CRESCIENZO Ugo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. TOCCI Stefano, che ha concluso chiedendo la dichiarazione di inammissibilita' de ricorso;
La difesa richiama il contenuto del ricorso e ne chiede …

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