Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24873 del 16 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:24873PEN

Massima

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Il possesso della res furtiva non comporta automaticamente la responsabilità per il reato di ricettazione, essendo necessario accertare anche l'elemento psicologico della consapevolezza della provenienza delittuosa del bene. Pertanto, qualora il soggetto fornisca una plausibile spiegazione circa la disponibilità del bene, non può essere ritenuto responsabile del reato di ricettazione, né di quello di incauto acquisto, in assenza di una prova certa dell'elemento soggettivo. Il telefono cellulare, in particolare, rappresenta uno strumento facilmente scambiabile, prestabile, cedibile o commerciabile nell'attuale dinamica negoziale e nel moderno uso comune, sicché la mera disponibilità dello stesso non è sufficiente a configurare la responsabilità penale per i suddetti reati, in assenza di ulteriori elementi probatori circa la consapevolezza della provenienza delittuosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. MONASTERO Francesco - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE di CATANZARO;

avverso la sentenza del 21/05/2008 pronunciata dal g.i.p. presso il Tribunale di Cosenza;

nei confronti di:

PI. GI. , nato il (OMESSO);

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAGO Geppino;

lette le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Dott. SELVAGGI Eugenio che ha concluso per l'annullamento del prov…

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