Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13240 del 29 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:13240PEN

Massima

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L'aggravante di cui all'art. 625, comma 1, n. 7 c.p. (furto su cose esistenti in uffici o stabilimenti pubblici) sussiste anche quando l'oggetto del furto non appartenga all'ufficio o stabilimento pubblico né sia destinato alle sue funzioni, ma sia di proprietà di un privato che si trovi in tali locali per ragioni personali, in quanto la ratio dell'aggravante risiede nella necessità di una più efficace tutela del rispetto dovuto alla pubblica amministrazione e della maggior fiducia che ispira la conservazione dei beni che si trovano nei suoi uffici. Pertanto, il furto di un telefono cellulare di proprietà di un dipendente pubblico, sottratto all'interno di un ospedale durante l'orario di servizio, integra l'aggravante in questione, a prescindere dalla titolarità del bene oggetto del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 29/11/2018 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MATILDE BRANCACCIO;
udito il Sostituto Procuratore Generale Dr. TOMASO EPIDENDIO che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la decisione in epigrafe, la Corte d'Appello di Torino, in parziale riforma della sentenza emessa all'esito di rito ab…

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