Il diritto soggettivo del dipendente pubblico, acquisito a seguito di una procedura concorsuale, prevale sulla potestà di autotutela della pubblica amministrazione, la quale non può annullare unilateralmente gli atti che hanno condotto alla stipulazione del contratto di lavoro, salvo sussistano gravi e comprovati motivi di interesse pubblico. Infatti, una volta perfezionatosi il rapporto di lavoro, il dipendente vanta un diritto soggettivo di natura patrimoniale, la cui tutela è devoluta alla giurisdizione del giudice ordinario, non essendo più configurabile una posizione di interesse legittimo nei confronti della pubblica amministrazione. Pertanto, l'annullamento in autotutela degli atti relativi all'assunzione del dipendente, in assenza di validi presupposti di illegittimità, integra una violazione del principio di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, nonché del legittimo affidamento del lavoratore, comportando altresì una disparità di trattamento rispetto agli altri dipendenti. La pubblica amministrazione, una volta perfezionato il rapporto di lavoro a seguito di una procedura concorsuale, non può esercitare unilateralmente il potere di autotutela per annullare gli atti di assunzione, se non in presenza di gravi e comprovati motivi di interesse pubblico, dovendo invece rispettare il diritto soggettivo del dipendente pubblico, la cui tutela è riservata alla giurisdizione del giudice ordinario.