Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13308 del 28 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:13308PEN

Massima

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Il giudice di pace può assolvere l'imputato dal reato di ingiuria quando non vi sia prova sufficiente che l'imputato abbia effettivamente rivolto una frase offensiva alla persona offesa, in quanto il figlio dell'imputato ha dichiarato che in quel periodo la madre era impegnata ad accudire altre persone a causa di un lutto familiare e quindi non era uscita di casa. Tuttavia, la parte civile conserva il potere di proporre appello avverso la sentenza di proscioglimento, ai soli effetti della responsabilità civile, ai sensi dell'art. 576 c.p.p., applicabile anche ai procedimenti davanti al giudice di pace per il richiamo contenuto nell'art. 2 del d.lgs. n. 274 del 2000. Pertanto, l'impugnazione proposta dalla parte civile deve essere qualificata come appello e gli atti devono essere trasmessi al tribunale competente per il relativo giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) BU. AN. ES. N. IL (OMESSO);

contro

2) NO. LU. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 28/03/2006 GIUDICE DI PACE di GALLARATE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA ARTURO;

Udito Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo convertire in appello il ricorso c…

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