Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23612 del 30 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:23612PEN

Massima

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Il concorso eventuale di terzi nel delitto di corruzione propria è possibile, purché sia accertata la rilevanza causale della condotta posta in essere dal terzo, ossia un elemento strutturale decisivo. Tuttavia, ai fini dell'accertamento del delitto di corruzione propria, è necessario dimostrare che il compimento dell'atto contrario ai doveri d'ufficio è stato la causa della prestazione dell'utilità e della sua accettazione da parte del pubblico ufficiale, non essendo sufficiente la mera considerazione della circostanza dell'avvenuta dazione. Pertanto, il giudice deve procedere a un'adeguata e specifica valutazione del nesso di causalità tra l'utilità ricevuta e l'atto compiuto dal pubblico ufficiale, non potendo tale nesso essere desunto in via meramente presuntiva o congetturale da elementi di natura generica o anomalie procedurali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 3412/2012 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 24/11/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano;

sentite le conclusioni del PG Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per l'annullamento con rinvio.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'annullamento dell'ordinanza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 24 novembre 20…

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