Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17737 del 22 dicembre 1989

ECLI:IT:CASS:1989:17737PEN

Massima

Massima ufficiale
Il reato di interesse privato in atti di ufficio è configurabile in relazione a qualsiasi atto della pubblica amministrazione, compresi quelli meramente consultivi, e può sussistere anche quando l'atto assunto dal pubblico ufficiale sia perfettamente legittimo, quando cioè il fine di natura privata non contrasti con l'interesse pubblico o addirittura si identifichi in esso. Infatti, l'oggettività giuridica del delitto in questione è da ravvisarsi nella tutela dell'imparzialità e del prestigio della pubblica amministrazione, che rimangono vulnerati allorché al perseguimento del pubblico interesse si sovrapponga la prospettiva di un vantaggio personale, di natura anche non patrimoniale, del pubblico ufficiale. Pertanto, quest'ultimo è obbligato ad astenersi dal partecipare al compimento di un atto per il quale questa commistione di interessi possa profilarsi, con la precisazione che non basta ad integrare il reato la semplice violazione dell'obbligo di astensione, se ad essa non si accompagni un ulteriore elemento che sia indicativo della effettiva presa di interesse nell'atto pubblico.

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