La cessione a prezzo vile di quote societarie, in prossimità del fallimento della società, che determina una rilevante diminuzione del patrimonio aggredibile dai creditori, integra l'aggravante della particolare gravità del danno patrimoniale prevista dall'art. 219, comma 1, della legge fallimentare. Tale aggravante va valutata in relazione all'entità complessiva della diminuzione patrimoniale cagionata ai creditori dal fatto di bancarotta, a prescindere dall'incidenza percentuale di tale diminuzione sull'ammontare del passivo fallimentare. Ai fini dell'applicazione dell'aggravante, il giudizio sulla gravità del danno non deve essere ancorato all'esito della procedura concorsuale, ma deve essere formulato con riferimento alla situazione esistente al momento della dichiarazione di fallimento, quando il reato di bancarotta si consuma. La successiva attività di collaborazione con gli organi fallimentari e l'esito del riparto dell'attivo non possono incidere sulla sussistenza dell'aggravante, la cui valutazione va effettuata al tempo del fallimento.