Cassazione penale Sez. I sentenza n. 35711 del 19 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:35711PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere valutato dal giudice sulla base di elementi concreti e attuali, desunti dalle specifiche modalità di realizzazione della condotta delittuosa, dal contesto in cui essa è maturata e dalle caratteristiche di personalità dell'imputato, senza limitarsi a un mero richiamo a precedenti decisioni. Il giudice deve effettuare un'autonoma e puntuale valutazione degli indici rivelatori della persistente pericolosità sociale dell'imputato, considerando anche eventuali fattori di segno contrario, come la collaborazione con gli inquirenti o il decorso del tempo, al fine di accertare la sussistenza di un concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato, idoneo a giustificare il mantenimento della misura cautelare. La motivazione deve essere logica e coerente, senza limitarsi ad affermazioni apodittiche, ma argomentando in modo esaustivo sulla base degli elementi di fatto emersi nel procedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso l'ordinanza n. 302/2016 del Tribunale del Riesame di Brescia in data 26.07.2016;
Visti gli atti e il ricorso;
Udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MINCHELLA Antonio;
lette le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Dott. BIRRITTERI Luigi, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza in data 12.12.2014 il GIP del Tribunale di Mantova applicava a (OMISSIS) la custodia …

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