Il ricorso per cassazione proposto personalmente dall'imputato o dal condannato è inammissibile, in quanto la legge n. 103 del 2017 ha escluso tale facoltà, prevedendo che il ricorso debba essere in ogni caso sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell'albo speciale della Corte di cassazione. Tale previsione normativa, introdotta con l'obiettivo di assicurare una più adeguata difesa tecnica nel giudizio di legittimità, si applica anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della riforma, in virtù del principio tempus regit actum. Pertanto, il ricorso personale dell'interessato, proposto successivamente all'entrata in vigore della nuova disciplina, deve essere dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, ai sensi dell'articolo 616 del codice di procedura penale. Tale soluzione, fondata sull'interpretazione sistematica della normativa, garantisce il rispetto del diritto di difesa, assicurando la presenza di un difensore qualificato nel giudizio di legittimità, e al contempo tutela l'efficienza e la ragionevole durata del processo penale.