La decadenza della concessione di beni immobili di proprietà del Fondo Edifici di Culto può essere dichiarata qualora l'ente ecclesiastico concessionario ne consenta l'utilizzo per finalità diverse da quelle di culto e pastorale, in violazione del divieto di subconcessione o sublocazione previsto dalla normativa di settore. Ciò anche nel caso in cui il rapporto contrattuale con il terzo utilizzatore sia qualificato come comodato gratuito, atteso che il criterio determinante ai fini della decadenza è l'effettiva destinazione del bene a scopi estranei all'attività di culto, come l'esercizio di attività teatrali e ricreative a pagamento. L'ente ecclesiastico concessionario, in quanto titolare del rapporto concessorio, è il legittimo destinatario degli atti di gestione del bene adottati dall'Amministrazione proprietaria, anche in caso di reintegrazione nel possesso di un terzo occupante senza titolo. La dichiarazione di decadenza della concessione e il conseguente ordine di rilascio dell'immobile rientrano nell'esercizio del potere pubblicistico di gestione del patrimonio del Fondo Edifici di Culto e, pertanto, sono impugnabili dinanzi al giudice amministrativo da parte del concessionario.