Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22314 del 4 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:22314PEN

Massima

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Il reato di uso di sigillo contraffatto di cui all'art. 468 c.p. si configura quando l'agente, consapevole della falsità del sigillo, ne faccia uso, anche se il sigillo risulti palesemente apocrifo, purché tale falsità non sia immediatamente riconoscibile dalla generalità dei cittadini. Il dolo richiesto dalla norma è il dolo generico, ossia la coscienza e volontà di utilizzare il sigillo contraffatto, senza che sia necessaria la prova di uno specifico intento fraudolento. La revoca della sospensione condizionale della pena precedentemente concessa è legittima qualora il condannato commetta un nuovo delitto, in applicazione dell'art. 168, comma 1, n. 1, c.p., anche quando la pena complessiva per i due reati superi il limite di due anni di reclusione previsto dall'art. 163 c.p. per la concessione della sospensione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) GA. AN., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 02/12/2004 CORTE APPELLO SEZ. DIST. di TARANTO; visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA ARTURO;

Udito il P.G. Dott. CONSOLO Santi, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

FATTO E DIRITTO

1. Con la sentenza del Tribunale di Taranto del …

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