Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34199 del 16 settembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:34199PEN

Massima

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Il reato di violenza privata si configura quando la minaccia, anche solo verbale, è diretta a costringere la persona offesa a tenere un comportamento che la stessa si era legittimamente rifiutata di porre in essere, indipendentemente dal fatto che la minaccia sia fine a se stessa o miri a ottenere un determinato risultato. La motivazione della sentenza di condanna per il reato di violenza privata deve dare conto in modo adeguato e logico della sussistenza degli elementi costitutivi del reato, in particolare della natura costrittiva della minaccia e del nesso causale tra la stessa e il comportamento imposto alla persona offesa. L'onere di una motivazione esauriente e logicamente coerente grava sul giudice di merito, la cui decisione non può essere riesaminata in sede di legittimità se non per vizi logici o giuridici manifesti. La mera generica censura relativa agli "effetti" del vizio di motivazione sul trattamento sanzionatorio è inammissibile, in quanto priva di specifica argomentazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana Presidente del 14/06/2 -

Dott. BEVERE Antonio Consigliere SENTE -

Dott. SCALERA Vito Consigliere N. 1 -

Dott. ZAZA Carlo Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. rel. Consigliere N. 40670/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. NI. CR. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2652/2007 CORTE APPELLO di BOLOGNA, del 29/06/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/06/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DE SA…

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