Tribunale Amministrativo Regionale Calabria - Catanzaro sentenza breve n. 786 del 2017

ECLI:IT:TARCZ:2017:786SENB

Massima

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L'onere di fornire la prova dell'epoca di realizzazione di un abuso edilizio incombe sull'interessato, e non sull'amministrazione, la quale, in presenza di un'opera edilizia non assistita da un titolo che la legittimi, ha solo il potere-dovere di sanzionarla ai sensi di legge e di adottare, ove ricorrano i presupposti, il provvedimento di demolizione. Anche nel processo amministrativo trova integrale applicazione la disciplina contenuta nell'art. 2697 c.c. (corrispondente, ora, all'art. 64, comma 1, c.p.a.), secondo la quale spetta a chi agisce in giudizio indicare e provare i fatti. Pertanto, nel giudizio di impugnazione dell'ordinanza repressiva di un abuso edilizio, è onere del privato fornire la prova dello status quo ante, in quanto la P.A., di solito, non può materialmente accertare quale fosse la situazione dell'intero suo territorio. La mancata prova certa da parte del ricorrente che il manufatto da demolire sia preesistente al 1942 comporta il rigetto del ricorso.

Sentenza completa

Pubblicato il 16/05/2017

N. 00786/2017 REG.PROV.COLL.

N. 00422/2017 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex art. 60 cod. proc. amm.;
sul ricorso numero di registro generale 422 del 2017, proposto da:
((omissis)), rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio ((omissis))à in Catanzaro, corso Mazzini 4;

contro

Comune di Scandale non costituito in giudizio;

per l'annullamento

dell'ordinanza del responsabile del servizio urbanistica del Comune di Scandale n. 3 del 1° dicembre 2016, notificato alla deducente il 31 gennaio 2017 ai sensi dell'art. 140 c.p.c., con la quale è stato ingiunto alla ricorrente di provvedere, a propria cura e spese, alla demolizione, entro il ter…

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