Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 821 del 12 gennaio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:821PEN

Massima

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Il concorso nel reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio non può essere desunto dalla mera presenza dell'indagato nel luogo del reato, dalla sua convivenza con il soggetto autore della condotta illecita o dal possesso di somme di denaro non giustificate, in assenza di un contributo causale, anche minimo, alla realizzazione del fatto criminoso. È necessario che l'indagato abbia consapevolmente e volontariamente agevolato o facilitato in qualche modo la detenzione e lo spaccio della droga, ad esempio consentendone l'occultamento o garantendo una collaborazione attiva. La semplice conoscenza dell'attività illecita o l'assistenza inerte senza iniziative non integrano gli estremi del concorso, essendo sufficiente al più una condotta di mera connivenza penalmente irrilevante. Pertanto, il mero comportamento omissivo di non impedire la detenzione di droga in casa non costituisce di per sé un segno univoco di partecipazione morale al reato, in assenza di un obbligo giuridico di impedire l'evento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Emilia A - Presidente

Dott. GALLUCCI Enrico - Consigliere

Dott. VIGNA M. - rel. Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedett - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 26/05/2022 del Tribunale del riesame di Messina;
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa VIGNA ((omissis));
Sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ANGELILLIS Ciro, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata, il Tribunale del riesame di Messin…

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