Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11892 del 26 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:11892PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La condanna per lesioni personali gravi, anche con l'aggravante della crudeltà, è legittima quando l'imputato, a seguito di una discussione, ha reiteratamente colpito con pugni e calci al capo la persona offesa anche dopo che questa era riversa a terra, esanime, cagionandole gravissime lesioni, tra cui la perdita della deambulazione, in quanto tali conseguenze sono riconducibili al nesso causale con l'aggressione violenta e non a fattori sopravvenuti ed autonomi. Il diniego dell'attenuante della provocazione è altresì giustificato quando la reazione dell'imputato risulta sproporzionata rispetto all'iniziale provocazione subita. In tali casi, la valutazione delle risultanze processuali e l'applicazione delle circostanze aggravanti e attenuanti rientra nell'insindacabile apprezzamento del giudice di merito, se sorretta da motivazione corretta e immune da vizi logici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. Romeo Carlo Maria, il 3.6.2009, difensore di LI. Mi. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Torino del 17 aprile 2009;

Letto il ricorso e la sentenza impugnata;

Sentita la relazione del Consigliere Dott. BRUNO Paolo Antonio;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Sostituto Dott. IZZO Gioacchino, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

SV…

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