Il rilascio dell'accertamento di compatibilità paesaggistica è subordinato al previo accertamento della conformità o non contrasto delle opere abusive con gli strumenti urbanistici vigenti al momento della realizzazione e della richiesta di sanatoria, nonché alla verifica della compatibilità dell'immobile con il contesto ambientale da parte dell'autorità preposta alla tutela del vincolo paesaggistico. Pertanto, il diniego di accertamento di compatibilità paesaggistica è legittimo qualora le opere abusive, pur realizzate in assenza di titolo, abbiano determinato la creazione di nuove superfici utili o volumi, ovvero un mutamento della destinazione d'uso tale da comportare un più intenso utilizzo della superficie preesistente, in quanto tali interventi non rientrano nelle ipotesi di "opere minori" sanabili ai sensi dell'art. 167, comma 4, del d.lgs. n. 42/2004. Tuttavia, il provvedimento di diniego di sanatoria non può comportare la reviviscenza dell'ordinanza di demolizione già annullata in sede giurisdizionale, in applicazione del principio di intangibilità del giudicato.