Il diniego di visto per lavoro subordinato stagionale è legittimo quando l'amministrazione, all'esito di un'istruttoria approfondita, rileva la sussistenza di un rischio migratorio in ragione di una serie di elementi, quali la mancata conoscenza da parte del richiedente di informazioni essenziali relative al contratto di lavoro, il luogo di lavoro, la retribuzione, il datore di lavoro, nonché l'accertata difformità tra le dichiarazioni rese e i dati risultanti dal passaporto. In tali ipotesi, l'amministrazione è legittimata a negare il visto, in quanto il richiedente non ha dimostrato di possedere i requisiti e le condizioni di soggiorno previsti dalla normativa nazionale ed europea, con particolare riferimento alla disponibilità di mezzi di sussistenza sufficienti per la durata del soggiorno e al rischio di permanenza irregolare nel territorio dello Stato. Il provvedimento di diniego, adeguatamente motivato sulla base degli elementi emersi nell'istruttoria, non può essere superato dalla mera banalizzazione delle valutazioni amministrative da parte del richiedente, non essendo sufficiente a dissipare i dubbi sulla effettiva finalità e affidabilità del soggiorno richiesto.