Il disconoscimento della firma apposta su un documento deve essere tempestivamente effettuato mediante la proposizione di una specifica querela di falso, a pena di inammissibilità della relativa contestazione. La querela di falso può essere proposta in qualsiasi stato e grado del giudizio, anche in via autonoma, fino al passaggio in giudicato della sentenza che abbia accertato la genuinità del documento. Tuttavia, la mancata impugnazione di tutte le autonome ragioni di rigetto della domanda risarcitoria, ciascuna idonea a sorreggere la decisione di primo grado, determina l'inammissibilità dell'appello per difetto di interesse, in quanto il passaggio in giudicato di tali ragioni non censurate preclude la possibilità di una nuova valutazione della domanda. Pertanto, l'omessa impugnazione di una ratio decidendi autonomamente sufficiente a giustificare il rigetto della domanda, comporta l'inammissibilità dell'appello, a prescindere dalla successiva proposizione di una querela di falso, in quanto quest'ultima non può incidere sulla preclusione derivante dal giudicato formatosi sulle ragioni non impugnate. Il danno patrimoniale e il nesso di causalità con la condotta ascritta alla controparte devono essere adeguatamente provati dalla parte che li allega, pena il rigetto della domanda risarcitoria.