Il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri (art. 495 c.p.) assorbe il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) quando l'induzione in errore è commessa mediante l'attribuzione di un falso nome in una dichiarazione resa ad un pubblico ufficiale in un atto pubblico o all'autorità giudiziaria, in quanto la fattispecie di cui all'art. 495 c.p. è più grave e assorbente rispetto a quella sussidiaria di cui all'art. 494 c.p. Il diniego della sostituzione della pena detentiva con quella pecuniaria, prevista dagli artt. 53 e 59 della L. n. 689/1981, è legittimo quando il giudice, sulla base di un giudizio prognostico negativo ancorato al numero e alla gravità dei precedenti penali del reo, ritenga che la pena pecuniaria non sia adeguata a realizzare le finalità di prevenzione generale e speciale della pena, in applicazione dei parametri di cui all'art. 133 c.p.