Cassazione penale Sez. III sentenza n. 28565 del 3 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28565PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare il concorso tra circostanze aggravanti e attenuanti, è tenuto ad applicare la pena che sarebbe inflitta se non concorresse alcuna di dette circostanze, qualora ritenga che le stesse si equivalgano. Tuttavia, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del divieto di prevalenza della circostanza attenuante di cui all'art. 73, comma 5, del D.P.R. n. 309/1990 (c.d. "fatto di lieve entità") sulla recidiva di cui all'art. 99, comma 4, c.p. Pertanto, il giudice, nel riesaminare la fattispecie, deve valutare in concreto se tale circostanza attenuante debba essere ritenuta prevalente sulla recidiva contestata, procedendo alla determinazione della pena di conseguenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandr - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI BRESCIA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1342/2011 TRIBUNALE di BERGAMO, del 18/05/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANDRONIO ALESSANDRO MARIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. BAGLIONE Tindari, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della …

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