Consiglio di Stato sentenza n. 5393 del 2017

ECLI:IT:CDS:2017:5393SENT

Massima

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Il Comune, nell'esercizio dei propri poteri di tutela del decoro urbano e del patrimonio culturale, può legittimamente disporre la rimozione di un chiosco commerciale abusivo, privo del necessario titolo edilizio, anche se insediato da lungo tempo su area pubblica e in possesso di autorizzazione commerciale, in quanto la mancanza del titolo edilizio idoneo rende l'intervento edilizio radicalmente abusivo, senza che possa rilevare il mero decorso del tempo o il possesso di altri titoli autorizzativi. Ciò in quanto l'autorizzazione all'occupazione di suolo pubblico e quella per l'esercizio dell'attività commerciale si pongono in rapporto di collegamento funzionale con il titolo edilizio, sicché il venir meno di quest'ultimo determina il venir meno anche degli altri titoli. Inoltre, in presenza di particolari esigenze di tutela del decoro urbano e del patrimonio culturale, i Comuni, sentito il Soprintendente, possono legittimamente individuare le aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l'esercizio del commercio, anche in deroga a precedenti concessioni già assentite. Pertanto, l'annullamento da parte della Soprintendenza dell'autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune per l'installazione del chiosco, in ragione della sua incompatibilità con i valori protetti dal vincolo, comporta la radicale abusività dell'intervento edilizio, a prescindere dal tempo trascorso dalla sua realizzazione. Infine, la mancata comunicazione di avvio del procedimento non determina l'illegittimità del provvedimento finale, ove risulti che il destinatario era comunque a conoscenza della situazione e delle ragioni sostanziali del procedimento.

Sentenza completa

Pubblicato il 21/11/2017

N. 05393/2017REG.PROV.COLL.

N. 00470/2015 REG.RIC.

N. 05699/2015 REG.RIC.

N. 06984/2016 REG.RIC.

N. 02433/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 470 del 2015, proposto dalla signora Nerina Galvani, rappresentata e difesa dall'avvocato Alessandro Mantero (C.F. MNTLSN47H26H620A), con domicilio eletto presso lo studio associati s.r.l. Grez in Roma, corso Vittorio Emanuele II, n. 18;

contro

Il Comune di Rimini, in persona del Sindaco
pro tempore,
rappresentato e difeso dall'avvocato Maria Assunta Fontemaggi (C.F. FNTMSS56M55H294L), con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Maria Teresa Barbantini in Roma, via Caio Mario, n. 7;
la s.p.a. Pesare…

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