Il mutamento di destinazione d'uso senza opere edilizie, ancorché comunicato ai sensi dell'art. 53, comma 2, della legge regionale n. 12/2005, che risulti in difformità dalle vigenti previsioni urbanistiche comunali, comporta l'applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria pari all'aumento del valore venale dell'immobile o sua parte, accertato in sede tecnica e comunque non inferiore a mille euro. Tale sanzione è commisurata all'incremento di valore conseguente al mutamento di destinazione d'uso, senza che rilevino la classificazione catastale dell'immobile o la sua rendita, in quanto il valore venale costituisce il parametro di riferimento normativo per la quantificazione della sanzione, espressione di discrezionalità tecnica della pubblica amministrazione che non può essere sindacata in sede giurisdizionale se non per manifesta illogicità o irragionevolezza. L'interesse a ricorrere avverso la previsione di rivalsa della sanzione sui futuri proprietari dell'immobile, in caso di mancato pagamento, difetta dei requisiti di personalità, attualità e concretezza, essendo meramente ipotetico e non attinente direttamente alla sfera giuridica del ricorrente.