Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29177 del 26 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:29177PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (stalking) si configura quando la condotta dell'agente, caratterizzata da una pluralità di azioni reiterate nel tempo, cagiona un perdurante e grave stato di ansia e di paura nelle vittime, tale da alterare in modo significativo le loro abitudini di vita. A tal fine, le dichiarazioni delle parti offese, se convergenti e sorrette da idonei riscontri oggettivi, possono costituire prova sufficiente della responsabilità dell'imputato, senza che sia necessaria l'escussione di ulteriori testimoni, salvo che il giudice ritenga indispensabile procedere alla rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale per una diversa valutazione delle prove dichiarative. Il divieto di bis in idem, di cui all'art. 649 c.p.p., opera solo quando vi sia corrispondenza storico-naturalistica nella configurazione del reato, considerato in tutti i suoi elementi costitutivi, non essendo sufficiente la mera identità della condotta. Infine, in caso di errore materiale nel dispositivo della sentenza, che risulti in contrasto con la motivazione, è possibile procedere alla rettifica della pena in sede di legittimità, ai sensi dell'art. 619, comma 2, c.p.p., senza necessità di ulteriori valutazioni di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/11/2018 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere EDUARDO DE GREGORIO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore LIGNOLA FERDINANDO;
udito il difensore.
CAMERALIZZATA.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte d'Appello di Palermo ha confermato nei confronti dell'imputato (OMISSIS) la condan…

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