Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44026 del 22 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:44026PEN

Massima

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Il concetto di "malattia" rilevante ai fini del reato di lesioni personali volontarie di cui all'art. 582 c.p. comprende qualsiasi alterazione anatomica o funzionale che innesti un significativo processo patologico, anche non definitivo, e quindi anche una contusione che richieda un notevole lasso di tempo per assorbirsi. Il dolo del reato di lesioni personali volontarie sussiste anche nel caso di una spinta idonea a far cadere la persona offesa, qualora sia provata la consapevolezza e la volontà dell'agente di porre in essere tale condotta violenta, a prescindere dalle conseguenze lesive concretamente verificatesi. La responsabilità penale per i reati contestati può essere desunta dalle inequivocabili dichiarazioni delle persone offese e dei testimoni, senza che assumano rilievo eventuali discrepanze di dettaglio o tentativi di ridimensionamento da parte dell'imputato, ove emerga comunque un quadro probatorio complessivamente coerente e attendibile circa l'esistenza del conflitto e dell'atteggiamento aggressivo dell'imputato nei confronti delle controparti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 5986/2008 CORTE APPELLO di MILANO, del 18/12/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO SETTEMBRE;

Udito il Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte d'appello di Milano, c…

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