Il ricorso avverso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere è inammissibile se: 1) Non è corredato dai motivi di impugnazione come richiesto a pena di inammissibilità dal codice di procedura penale. Il ricorso deve contenere specifiche censure che deducano i vizi di cui all'art. 606 c.p.p., non essendo sufficiente una mera esposizione di fatti e circostanze. 2) È articolato in modo meramente fattuale, senza dedurre alcun vizio di legittimità dell'ordinanza impugnata. Il ricorso deve contenere argomentazioni giuridiche che contestino specificamente i presupposti e le motivazioni della misura cautelare. In tali casi, la Corte di Cassazione dichiara l'inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende. Il principio di diritto è volto a garantire il rispetto delle forme e dei requisiti essenziali per l'ammissibilità dell'impugnazione, al fine di assicurare il corretto esercizio del diritto di difesa e la funzionalità del sistema processuale.