Il pericolo di inquinamento probatorio e di reiterazione di reati della stessa specie, ai fini dell'applicazione della custodia cautelare in carcere, può essere desunto dalla molteplicità e gravità dei fatti contestati, dalla sistematica attività delittuosa posta in essere dall'indagato, dal suo profondo radicamento nell'illecito e dalla persistenza della condotta criminosa, anche in assenza di cariche pubbliche o politiche, nonché dalla possibilità di influire indebitamente sull'acquisizione e genuinità della prova, anche attraverso il condizionamento di testimoni e la soppressione di documenti, indipendentemente dallo stato di avanzamento delle indagini. Tali esigenze cautelari, pregnanti e concrete, possono giustificare la misura più afflittiva della custodia in carcere, anche in assenza del pericolo di fuga, in considerazione della molteplicità e gravità dei reati contestati, delle elevate pene previste e del concreto pericolo di recidiva, che impediscono una prognosi positiva di sospensione condizionale della pena.