Cassazione penale Sez. I sentenza n. 45663 del 28 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:45663PEN

Massima

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Il porto fuori dalla propria abitazione di un oggetto idoneo a offendere, quale una barra di ferro, integra il reato contravvenzionale di cui all'art. 4 della L. n. 110 del 1975, salvo che l'agente dimostri l'esistenza di un giustificato motivo, da valutarsi non sulla base di affermazioni tardive o autorefenziali, ma in relazione all'attualità e alla verificabilità immediata della situazione concreta, con riferimento alla natura dell'oggetto, alle modalità di accadimento del fatto, alle condizioni soggettive del portatore, ai luoghi dell'accadimento e alla normale funzione dell'oggetto. Il giustificato motivo non può essere dedotto a posteriori dalla difesa, ma deve emergere dall'immediata situazione di fatto, essendo onere dell'imputato fornire una plausibile giustificazione del porto dell'oggetto idoneo a offendere al di fuori della propria abitazione. La mera attività di raccolta di ferro e cartone per la rivendita, pur se confermata da un teste, non costituisce di per sé una giustificazione sufficiente, in assenza di un nesso diretto e attuale tra tale attività e il porto dell'oggetto in quel contesto. Inoltre, il reato contravvenzionale di cui all'art. 4 della L. n. 110 del 1975 si configura anche in caso di condotta meramente negligente, come il dimenticare l'oggetto idoneo a offendere nello zaino, non essendo necessaria la prova dell'intenzionalità del porto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NOVIK Adet Toni - Presidente

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/04/2014 del Tribunale di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Angela Tardio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Di Leo Giovanni, che ha concluso chiedendo dichiararsi la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Torino, con sentenza del 17 aprile 2014, ha dichiarato (OMISSIS) colpevole del reato d…

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