Il Comune è tenuto a provvedere espressamente sull'istanza del privato volta ad ottenere l'autorizzazione paesaggistica e il permesso di costruire per l'ampliamento di un immobile residenziale, entro il termine di novanta giorni dalla comunicazione o notificazione della presente sentenza, decorso il quale, in caso di perdurante inerzia, sarà nominato un commissario ad acta per l'adempimento. Il procedimento, essendo ad istanza di parte, è connotato da una dimensione "verticale" che pervade l'intera dinamica procedimentale, sì che il silenzio della Soprintendenza non assume valenza provvedimentale, ma determina l'obbligo per il Comune di provvedere comunque sulla domanda di autorizzazione paesaggistica, ai sensi dell'art. 146, comma 9, del D.lgs. n. 42/2004. Il Comune, pertanto, non può esimersi dal pronunciarsi espressamente sull'istanza del privato, essendo tenuto a concludere il procedimento con un atto espresso, in ossequio al dovere di provvedere sancito dall'art. 2 della Legge n. 241/1990, a tutela dell'esigenza di evitare il rischio che la pubblica amministrazione lasci gli interessati in una perdurante incertezza sull'esito dei procedimenti che li riguardano.