Non è manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 6 e 16, capoverso, della legge 7 maggio 1981, n.. 180, nelle parti in cui prevedono, in contrasto con la vi disposizione transitoria della costituzione, in relazione agli artt. 102, secondo comma, e 103, terzo comma, della stessa costituzione, la soppressione pura e semplice del tribunale supremo militare con l'attribuzione del potere decisionale sui ricorsi contro i provvedimenti dei giudici militari ad una sezione ordinaria, anziché specializzata, della corte di cassazione. Invero, la vi disposizione transitoria, pur riaffermando la posizione della corte di cassazione quale vertice unico e supremo dell'ordinamento giurisdizionale in conformità al disposto dell'. 111, secondo comma, Cost..., sembra aver voluto imporre al legislatore ordinario solo un adattamento della struttura e delle funzioni del tribunale supremo militare, ossia un riordinamento avente ad oggetto la salvaguardia della specialità della giurisdizione militare attraverso la utilizzazione della specializzazione dei magistrati militari anche in sede di controllo finale di legittimità. (Nella specie si è giudicata insufficiente alla realizzazione degli indicati fini la previsione presso la corte di cassazione di un ufficio del P.M. specializzato, individuandosi, sulla base dell'. 102, secondo comma, Cost..., la esigenza della istituzione, nello ambito della corte regolatrice, d'una sezione specializzata per le decisioni dei ricorsi relativi ai provvedimenti dei giudici militari; sezione - si è detto - costituente parte integrante della corte di cassazione e composta da magistrati della stessa corte oltre che da magistrati militari con presidenza e prevalenza numerica dei primi). (Non risultano precedenti).